Spesso l’illustrazione di un caso clinico può essere più efficace della spiegazione scientifica di ciò che metto in pratica durante il mio lavoro.
La signora Luigina, una donna di 75 anni in buone condizioni generali, si è rivolta a me per risolvere un dolore alla schiena, a livello lombare, che la affliggeva da diverso tempo.
Dalla sua descrizione, questa condizione dolorosa si presentava al mattino al momento di mettersi in piedi, e durante il giorno quando si rialzava da una sedia dopo un tempo prolungato di inattività.
Si era aggiunta ultimamente una caduta traumatica sul bacino, che aveva accentuato il dolore e la “sensazione di blocco” della colonna, limitando la sua autonomia di movimento in modo per lei importante.
L’esame fisico, ovvero la valutazione iniziale, mi ha permesso di individuare delle aree di ipomobilità a livello sia del tratto lombare che delle articolazioni coxo-femorali (le anche!), segni caratteristici di uno stile di vita sedentario che purtroppo riscontro sempre più spesso, soprattutto in chi, superata una certa età, ha concluso il tempo della vita lavorativa.
Prima di tutto ne ho parlato con la paziente, perché sono convinta che il primo passo per guarire sia essere consapevoli di ciò che ci fa bene, ma anche di ciò che non aiuta il nostro benessere.
Il secondo passo, ovvero il trattamento manuale osteopatico per la cura del suo mal di schiena, ha ottenuto degli ottimi risultati.
Il terzo passo di Luigina è stato mettersi in cammino, riscoprire le sensazioni di benessere che scaturiscono dal movimento quotidiano, praticato attraverso una lunga passeggiata o una lezione di gruppo di ginnastica: perché il corpo é fatto per il movimento, la vita stessa é movimento!